27 Febbraio 2018
Le parole che hanno cambiato il nostro modo di pensare

“Se conoscessimo l’origine di ogni parola, tutto sarebbe più facile da capire”, scriveva Isidoro di Siviglia nel 6° secolo. Se il percorso di molte parole non lascia traccia, ci sono alcune particolari invenzioni verbali il cui esordio è stato accuratamente registrato.

Quando parliamo di Twitter, il pensiero corre subito al famoso social media. Ma ‘Twitter’, o ‘twiterith’ come fu inizialmente scritto, è una delle parole onomatopeiche che il poeta medioevale Geoffrey Chaucer coniò nel 14° secolo. ‘Panorama’ ci fa pensare ad ampi paesaggi e orizzonti infiniti, ma il termine entrò in uso intorno al 1789 per descrivere un’esperienza del tutto diversa, ovvero un dipinto di forma cilindrica che imprigiona l’osservatore – una creazione dell’artista irlandese Robert Barker.

Difficile pensare che nessuno abbia ‘visualizzato’ qualcosa prima del 1817, eppure è questo l’anno in cui il poeta Samuel Taylor Coleridge per primo usò questa espressione nella sua opera Biographia Literaria. L’Oxford English Dictionary attribuisce a due scrittrici inglesi l’introduzione di neologismi come ‘outsider’ (dovuto a Jane Austen nel 1800) e ‘babbano’ (legato alla saga di Harry Potter, iniziata nel 1997 da J K Rowling).

Scopriamo alcune delle parole che hanno cambiato il nostro modo di pensare su BBC Culture – video

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